lunedì 12 luglio 2010

V.4. Conclusione

Come andrà a finire la storia di questa terra martoriata che è la Palestina? Se nel mondo dominasse la giustizia, gli ebrei dovrebbero essere tenuti innanzitutto a riconoscere senza indugio ai palestinesi il diritto ad avere uno Stato e, in secondo luogo, a rispondere per il male che hanno fatto loro, per esempio pagando un affitto per il territorio che hanno occupato con la forza e risarcendo le famiglie delle vittime della loro azione di conquista. Se invece è vero, com’è vero, che nel mondo domina la legge del più forte, allora non è difficile prevedere che, alla fine, prevarranno gli ebrei, i quali si affermeranno come la potenza egemone in Palestina e imporranno la loro superiorità militare ed economica alla popolazione araba indigena, che dovrà scegliere fra espatriare oppure rassegnarsi a vivere come cittadini di secondo livello. È l’eterno destino del perdente, di chi viene soggiogato e sottomesso.
Rimarrebbe, in ogni caso, una storia unica nel suo genere, in grado di suscitare interrogativi profondi, che potrebbero avere ripercussioni nel panorama internazionale. Il principale interrogativo è se il mondo dovrà continuare a reggersi su rapporti di forza oppure se c’è spazio per sperare di realizzare un sistema mondiale fondato su principî di equità e giustizia. Se quello che conta è la forza, come si può porre fine al prevedibile, legittimo desiderio di ogni popolo di armarsi, almeno quel che basta per potersi difendere da ogni possibile minaccia esterna ed evitare il rischio di fare la fine dei palestinesi? Ma, se un popolo è dotato di armi così potenti da non dover temere di essere attaccato, chi può garantire che, prima o poi, esso non userà le sue armi, magari semplicemente per evitare che un altro popolo gli stia alla pari? E come potrà essere soddisfatto il bisogno di sicurezza della gente in un mondo in cui alcuni paesi dispongono di armi di distruzione di massa, altri aspirano a possederle per non essere da meno, altri ancora sono troppo impegnati a soddisfare i bisogni primari per poter esprimere una volontà di potenza?
Se, invece, quello che conta è la giustizia, tutti questi arsenali di morte non avrebbero alcun senso, così come non avrebbe senso una storia come quella del sionismo. In un mondo giusto, gli ebrei avrebbero potuto vivere in pace in qualunque angolo della terra, nel pieno rispetto dei loro diritti, come si conviene nei confronti di qualsiasi persona e di qualsiasi minoranza. Se gli ebrei hanno avvertito il bisogno di avere uno Stato proprio, ciò è dovuto al fatto che sono stati defraudati dei loro diritti e sono stati fatti oggetto di persecuzione e di sterminio. Essi avevano (e hanno) tutte le ragioni di esigere di essere rispettati, ovunque nel mondo, ma non di conquistare questo diritto con la forza, strappandolo ad un altro popolo.

1 commento:

  1. Preciserei però, riguardo ai cosiddetti territori occupati, Giudea e Samaria, che questa azione non è avvenuta per caso, ma in seguito ai ripetuti attacchi contro Israele. Fu necessario nel 1967 occupare quei territori a scopo difensivo e, purtroppo, essi sono necessari oggi per la sicurezza dello stato. Le proposte di divisionedel territorio sono sempre state rigettate dalla parte araba che nega il diritto di Israele a esistere e i negoziati di pace sono sempre naugragati per colpa di minoranze esigue ma capaci di dettare legge, da ambo le parti. Con il riconoscimento dell'Autonomia Palestinese, si è fatto un notevolissimo passo avanti e questa deve essere l'interlocutore Palestinese, non di certo la sanguinaria fazione di Hamas, che è stata disconosciuta da ogni Palestinese moderato

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