Alcuni ebrei credono che Dio potrebbe attuare la sua promessa senza intervenire direttamente, ma delegando qualcuno al suo posto. Nasce così il fenomeno del Messianismo, che avrà diverse interpretazioni:
• Si spera che il messia sia un re della stirpe di David: “Spunterà un nuovo germoglio, nascerà nella famiglia di Iesse” (Iesse è il padre di Davide) (Is 11,1). “Verranno giorni nei quali io farò sorgere il germoglio di Davide, un suo discendente legittimo, dice il Signore. Questo re governerà con saggezza e attuerà il diritto e la giustizia nel paese” (Ger 23,5).
• Si accetta anche l’ipotesi che il messia possa essere un non-ebreo (Is 48,14), ad esempio, un re straniero, come Ciro (Is 42,1). “Io, il Signore, ti ho chiamato e ti ho dato il potere di portare giustizia sulla terra. Io ti ho formato e per mezzo tuo farò un’alleanza con tutti i popoli e porterò la luce alle nazioni” (Is 42,6).
• Si ipotizza anche che il messia possa essere solo un uomo dimesso e debole che si caricherebbe di tutti i peccati degli ebrei consentendo a Dio di potere finalmente mettere in atto la sua promessa: “Noi l’abbiamo rifiutato e disprezzato; come un uomo pieno di sofferenze e di dolore […]. Eppure egli ha preso su di sé le nostre malattie, si è caricato delle nostre sofferenze […]. il Signore ha fatto pesare su di lui le colpe di tutti noi […]. Lui, suo servo, ha dato la vita, come un sacrificio per gli altri […] renderà giusti davanti a me un gran numero di uomini, perché si è addossato i loro peccati […]. Ha preso su di sé le colpe di tutti gli altri ed è intervenuto a favore dei peccatori” (Is 53,3-12).
In sostanza, molti ebrei sognano un vero e proprio regno di Dio su questa terra, un regno universale, con a capo Dio stesso trasformato in uomo (messia), il quale siede su un trono insediato sul colle Sion, a Gerusalemme, coadiuvato dagli ebrei, i suoi figli prediletti, che svolgono le funzioni tipiche degli alti funzionari di Stato. In pratica, essi sognano un regno universale retto da un «re perfetto».
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