martedì 13 luglio 2010

III.2.6. Salomone

Salomone (960-922) fa uccidere Adonia (1Re 2,25) e tutti i suoi avversari (1Re 2,26-46), rivelando così la sua pasta d’uomo. A differenza del padre, egli non ha le qualità del condottiero, ma può approfittare di un periodo di relativa pace e delle sue doti di sagacia, opportunismo e saggezza per consolidare il proprio potere, erigere fortificazioni, migliorare la rete viaria e curare la parte amministrativa del proprio regno, che suddivide in dodici distretti, ciascuno affidato ad un prefetto. Inoltre promuove numerose e radicali riforme in campo sia religioso che politico e sociale, potenzia l’esercito introducendo l’uso del carro, crea una flotta e stringe rapporti commerciali con i paesi vicini. Sposa una figlia del faraone e molte altre donne, non solo ebree, ma anche moabite, ammonite, idumee, ittite e sidonite, finendo per legarsi anche ai loro dèi (1Re 11,1-5), ad alcuni dei quali fa costruire dei santuari (1Re 11,7). Salomone realizza, insomma, una monarchia che ricalca il modello orientale, allontanandosi dai campi di battaglia e dal popolo per vivere prevalentemente, insieme al suo harem e ai suoi funzionari, all’interno di una corte sfarzosa, le cui spese sono tali da rendere necessaria l’imposizione di nuove tasse, che, però, gravano soprattutto sulle dieci tribù del nord, mentre risparmiano la tribù di Giuda, della quale Salomone fa parte, e ciò suscita invidie e malumore nelle tribù colpite.
Tra gli eventi più notevoli del regno di Salomone, la Bibbia ricorda la costruzione del Tempio (1Re 6; 2 Cr 3), dentro il quale viene collocata l’arca santa e che, in futuro, verrà a rappresentare il simbolo del monoteismo ebraico, ma che, al momento, a causa della politica di apertura di Salomone, è luogo di culto anche di divinità stra¬niere. C’è tuttavia da notare che quest’evento continua ad essere oggetto di discussione. Secondo Paolo Merlo, infatti, il regno di Salomone è ancora troppo piccolo e non pronto culturalmente a dotarsi di un tempio, peraltro così importante come quello descritto dalla Bibbia e infatti, osserva lo studioso, non ci sono tracce archeologiche di un tempio in Giuda risalente al X secolo (2009: 51). La cosa, tuttavia, non dev’essere ritenuta di grande importanza ai fini della comprensione della storia ebraica. Potrebbe esserlo invece ai fini della collocazione temporale dei primi scritti religiosi. È presumibile, infatti, che i primi testi sacri vengano composti all’interno del tempio, ma questo è un discorso tutto sommato secondario.

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