lunedì 12 luglio 2010

III.7.1. Significato

La parola «sionismo» deriva da «Sion» (un termine usato sin dall’antichità come sinonimo di Gerusalemme o di comunità ebraica o del colle del tempio) e indica la volontà espressa da alcuni ebrei, nel corso del XIX secolo, di avere un proprio Stato dove vivere uniti e in pace. Questa volontà nasce, certo, in risposta alla vecchia idea biblica della «Terra promessa» ed anche ai pogrom di cui sono vittime le comunità ebraiche dell’Europa orientale nella seconda metà dell’Ottocento, ma nasce soprattutto in rispota ai fermenti nazionalistici che scuotono l’Europa nello stesso periodo (Greilsammer 2007: 7-8). “Il sionismo comunque è innanzitutto il prodotto del suo tempo. Subisce direttamente l’influenza del nazionalismo europeo del XIX secolo e preconizza una soluzione che si pone nella scia dell’espansione coloniale europea” (Weinstock 2006: I,49). Esso è, dunque, essenzialmente, “un nazionalismo che emerge contemporaneamente ad altri e che da altri trae ispirazione” (Benbassa, Attias 2003: 68); è un movimento che nasce dalla coscienza degli ebrei sparsi in Europa di essere “un popolo” (Herzl 2003: 38). L’obiettivo ultimo dei sionisti è quello di “trasformare un paese abitato da arabi nella loro patria” (Morris 2001: 68), ovvero in “uno stato ebraico indipendente con il consenso delle grandi potenze mondiali” (Potok 2003: 504).
Secondo Georges Bensoussan, il sionismo è figlio dell’illuminismo ed ha come scopo quello di realizzare un’identità di popolo non più su basi religiose, come aveva fatto l’ebraismo tradizionale, ma sul modello di uno Stato-nazione secolarizzato. “Fenomeno secolare, il sionismo ha bisogno di tagliare i ponti con la religione o per lo meno di allontanarsene, poiché la cura dello Stato è per definizione cura secolare” (Bensoussan 2007: 1268). Il richiamo alla Bibbia serve solo a conferire un carattere di eternità allo Stato di Israele, ma non ne costituisce l’essenza. Ora, questo spirito laico del sionismo certamente non risulta gradito agli ebrei di profonda fede religiosa, e ciò in parte spiega perché non ci può essere unanimità di vedute tra gli ebrei intorno all’idea di sionismo. In effetti, “Il sionismo è stato contestato prima di tutto, e principalmente, nel mondo ebraico” (Bensoussan 2007: 1272).

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