martedì 13 luglio 2010

I.3. Questo libro: origine, metodo e contenuti

Questo libro nasce dalla voglia che ha preso me, cittadino comune, già un quarto di secolo fa, di conoscere il contesto geopolitico in cui gli ebrei si sono affermati come popolo e hanno prodotto la loro singolare cultura, convinto che questo studio mi avrebbe permesso un’adeguata conoscenza degli ebrei stessi, che, a sua volta, mi avrebbe aiutato a comprendere meglio il nostro sistema sociale presente. L’idea da cui parto è che la cultura dell’odierna Europa Occidentale, la nostra cultura, affonda le sue radici nelle culture dei popoli vissuti in tempi lontani, in particolare quelli che hanno affollato la Fertile Mezzaluna (una regione delimitata da Turchia e Golfo Persico, Egitto ed Iran) nel periodo compreso fra 5-2,5 mila anni fa, fra i quali gli ebrei sono forse i più importanti per noi, almeno per due ragioni: sono l’unico popolo sopravvissuto fino ai nostri giorni ed sono anche l’unico popolo che ha fatto del monoteismo la sua bandiera, una bandiera che è giunta fino a noi attraverso il cristianesimo. Quando parliamo di «radici cristiane» dell’Europa ci riferiamo a questo passaggio di cultura che è veicolato da quello straordinario complesso di testi sacri, chiamato Bibbia, che forse è il libro più diffuso e letto in tutto l’Occidente.
Ora, è del tutto evidente che, se vogliamo ben comprendere la nostra cultura non possiamo ignorare il monoteismo ebraico e le ragioni della sua affermazione. Questo è il succo del mio interesse speculativo sull’argomento e il principale scopo del presente libro. Così motivato, ho cominciato a leggere la Bibbia e altre opere sull’argomento scelte a caso. Poi, quando ho creduto di essermi fatta un’idea abbastanza chiara sugli ebrei, ho deciso di pubblicare la mia opinione in un libro intitolato L’eredità ebraica (1990). Da un paio di anni, dopo un periodo in cui sono stato preso da altri interessi, ho ripreso le mie letture sugli ebrei, finché mi è ritornata la voglia di riscrivere le mie opinioni in forma nuova e aggiornata, anche se in tutti questi anni la sostanza del mio pensiero è rimasta pressoché invariata.
Svilupperò le mie argomentazioni partendo da tre assiomi. Il primo assioma è che gli uomini sono sostanzialmente uguali in tutti i tempi e in tutti i luoghi, perché sono accomunati dalla medesima struttura organica, dai medesimi processi biochimici e mentali, dalla stessa logica di pensiero: tutti hanno la stessa tipologia di desideri, paure ed emozioni; tutti sono legati alla vita; tutti cercano acqua, cibo e condizioni di sicurezza; tutti hanno bisogno dei propri simili; tutti vogliono vivere nelle migliori condizioni possibili; tutti manifestano una volontà di potenza (cf. cap. I.2.A.). Il secondo assioma è che tutti gli uomini di tutti i tempi si sono mossi al fine di assicurare per se stessi le migliori condizioni possibili in termini di sicurezza e prosperità e si sono serviti della magia, della religione e dello Stato con questi intenti (cf. cap. I.2.C-D.). Il terzo assioma stabilisce che anche gli ebrei antichi erano uomini come tutti gli altri e, pertanto, essi possono essere adeguatamente compresi attraverso le consuete tecniche della psico-sociologia, ma anche attraverso un esame comparativo con gli altri popoli della Fertile Mezzaluna (cf. la terza sezione di questo libro).
Sulla base di queste presunte verità, anche il presente libro, come già il precedente, esprime la mia opinione sugli ebrei, sulla loro storia passata e presente e sulla loro cultura, in una parola sull’ebraismo, l’opinione di un cittadino comune che vuole mettersi in discussione con altre persone che coltivino lo stesso interesse, al solo fine di poter produrre una conoscenza collettiva e dal basso, proprio come avviene per la ben nota enciclopedia on line wikipedia.
Il libro si compone di tre sezioni.
La prima sezione descrive il contesto storico in cui sono vissuti gli antichi ebrei. In particolare, essa passa in rassegna i principali popoli che si sono costituiti nella Fertile Mezzaluna nel periodo compreso fra 5-2,5 mila anni fa, mettendo in particolare evidenza le rispettive organizzazioni sociali e politiche.
La seconda sezione tratta della storia politica del popolo ebraico, dal momento della sua formazione fino ai giorni nostri.
La terza sezione tenta di spiegare le ragioni psico-sociali che hanno spinto gli ebrei a comportarsi nel modo che sappiamo e a costruire la loro singolare cultura religiosa.
Non mi rimane che chiarire come sono arrivato al titolo. In un primo momento, ho pensato a Ebraismo, ma ho accantonato quest’idea dopo che un amico mi ha fatto notare la sua eccessiva genericità. Allora ho pensato a L’ebraismo spiegato a me stesso. Credevo in questo modo di sottolineare il fatto che il libro è in realtà il tentativo da parte di un cittadino comune di capire con le proprie forze tutte le complesse questioni che ruotano intorno alla figura dell’ebreo. Alla fine ho preferito Libro aperto sugli ebrei, perché mi sembra che esso spieghi meglio il mio intento, che è quello di scrivere un libro che, senza seguire il consueto schema tradizionale, non sia cattedratico, non proceda dall’alto in basso, non sia l’opera di un esperto e nemmeno una lezione magistrale, insomma, un libro che non vuole insegnare niente a nessuno. È semplicemente l’opinione di un cittadino comune che ha voluto studiare in modo dilettantistico la vicenda storica degli ebrei e lo sviluppo della loro cultura, fino a crearsene una propria opinione, che come tutte le opinioni, è discutibile. Un libro, dunque, che parte dal basso, che segue uno schema orizzontale e che è «aperto» alle critiche costruttive e ai contributi di chiunque condivida l’interesse su questo argomento e abbia piacere di confrontarvisi al fine di spiegare in modo sempre più chiaro che cosa significhino per l’uomo d’oggi espressioni quali «essere ebreo» ed «ebraismo».
Ringrazio fin da ora quanti volessero unirsi con me in questa appassionante fatica.

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