lunedì 12 luglio 2010

III.6.2. Gli ebrei (1000-1500)

Verso il 1055 i Turchi Selgiucidi conquistano la Siria e la Palestina, che passano così sotto la sfera d’influenza sunnita. In questo periodo Gerusalemme si abbellisce e si circonda di nuove mura, divenendo una città di rilievo internazionale, ed è visitata da pellegrini che provengono da tutto il mondo. È questa la città che vedono i crociati nel giugno del 1099, e che conquistano sterminandone la popolazione.
In base ad una legge di conquista emanata lo stesso anno, si stabilisce che chi abbia preso parte alla crociata può svincolarsi dalla gerarchia feudale in patria e diventare proprietario terriero o padrone di una casa in Terra Santa. Così Gerusalemme comincia a ripopolarsi.
Le crociate alimentano un clima di odio nei confronti dei «deicidi» e ciò è causa di numerosi massacri ad opera di folle esaltate. Nel 1096 una banda di crociati germanici massacra le comunità ebraiche di Spira, Worms e Magonza; nel 1147 avvengono altri massacri in Germania: sono i primi pogrom (termine di origine russa: deriva da «po», che significa interamente, e «gromit», che significa distruggere) su larga scala in Europa.
I crociati finiscono per estendere la loro dominazione su tutta la Palestina e la conservano per quasi due secoli, fino a quando vengono parzialmente allontanati da Saladino (1187). In questo periodo, nonostante il comportamento clemente di Saladino, molti cristiani ed ebrei lasciano la Terra Santa, che torna ad essere un paese quasi esclusivamente musulmano e arabofono, mentre Gerusalemme assurge a terza città santa dell’Islam.
I crociati vengono cacciati dalla Palestina, in modo totale e definitivo, dai Mamelucchi (1291-1517), sotto il cui dominio la Palestina attraversa un periodo tranquillo, anche se è un po’ abbandonata a se stessa e la sua economia è alquanto depressa.
Intanto in Europa gli ebrei continuano ad essere fatti oggetto di ostilità e ovunque essi vengono perseguitati e sterminati, e quasi scompaiono del tutto da questo Continente. Pogrom si registrano in Germania (1336), Francia e Inghilterra (1189-90), ancora Francia (1320) e Spagna (1391, 1412). I governi di alcuni paesi, come la Francia (1182, 1306, 1394), l’Inghilterra (1210, 1290), la Spagna (1492) e il Portogallo (1496), ricorrono a periodiche espulsioni degli ebrei, con il duplice scopo di impossessarsi delle loro ricchezze e di liberare i debitori dall’obbligo di restituire il denaro avuto in prestito dagli stessi ebrei. La situazione degli ebrei in Europa, soprattutto nella Spagna cristiana ai tempi della reconquista, è talmente critica che alcuni preferiscono ritornare in Palestina. Il medico di Toledo, Yehudah ha-Lewi, comincia a pensare che il vero posto degli ebrei sparsi nel mondo sia la terra dei loro padri. È un primo accenno di sionismo.
Ovunque, gli ebrei tendono a raggrupparsi volontariamente in alcuni quartieri (i ghetti), dove sono lasciati relativamente liberi di vivere secondo i propri costumi e di professare il proprio credo, che rimane centrato sulla fede in un unico Dio Creatore, nella parola dei profeti, nell’osservanza della Legge e nella Promessa.

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