martedì 13 luglio 2010

III.2.4. Saul

La scelta cade su Saul (1020-1000) della minuscola tribù di Beniamino. Di alta statura e di bell’aspetto (1Sam 9,2), coraggioso (1Sam 14,47-48), modesto (1Sam 9,21), magnanimo (1Sam 11,12), pio (1Sam 13,9), non del tutto ubbidiente al Signore (1Sam 15,20-23), ma disposto a riconoscere i propri errori e chiedere perdono (1Sam 15, 24-25), Saul viene unto da Samuele col beneplacito di Jahve (1Sam 10,1) e acclamato dal popolo (1Sam10,24). È difficile trovare un re con le carte in regola come Saul, e di questo Saul è consapevole, tanto da infondergli un’eccessiva fiducia nella propria persona e indurlo a fare scelte politiche che si riveleranno nefaste sia per lo stesso Saul che per il suo casato, come quella di assumere anche le funzioni sacerdotali (1Sam 13,8). Così facendo, infatti, Saul invade il campo di Samuele, che ovviamente non gradisce. Ne nasce un conflitto istituzionale, che finirà per indebolire il giovane re, ma che, per il momento, non costituisce un grosso problema.
Con i proventi delle tasse imposte alle singole famiglie, Saul arruola un esercito regolare e trascorre insieme ad esso gran parte dei suoi venti anni di regno, riportando significativi successi negli scontri con le altre tribù nemiche. Non riesce però ancora a superare l’ostacolo maggiore, che è costituito dai filistei, ma certo non per colpa sua. I suoi uomini, infatti, dispongono di un armamento assai semplice, costituito da una corta spada e una semplice fionda, che risulta chiaramente inferiore a quello dei filistei. In un primo tempo, Saul sopperisce alle carenze tecniche, in parte sfruttando il maggior numero dei suoi soldati e l’entusiasmo religioso che li spinge a combattere con ardore, in parte ricorrendo alla guerriglia, ma ciò non basta per attuare una guerra di conquista. Così, nel complesso, le guerre combattute da Saul sono ancora di difesa e non si discostano molto da quelle del periodo dei giudici.

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