lunedì 12 luglio 2010

A) Un tentativo di definizione

Oggi usiamo i termini «Alleanza», «Patto» e «Contratto» come sinonimi, per indicare un accordo o una coalizione fra più persone, gruppi o Stati, mentre col termine «Promessa» intendiamo l’impegno preso liberamente da una parte nei confronti di un’altra parte. La differenza è consistente. L’alleanza, infatti, come anche il patto e il contratto, implicano l’accordo consapevole ed esplicito delle parti, mentre la promessa può essere unilaterale e presumere un accordo inconsapevole o implicito dell’altra parte. Per gli ebrei non è così.
Per gli ebrei, «Alleanza» è un sinonimo di «Promessa» ed esprime la volontà di Dio di prescegliere un popolo fra tanti e destinarlo ad un futuro privilegiato. “Dio sceglie il suo popolo, sceglie un popolo fra gli altri” (Benbassa, Attias 2003: 112). Per via di questa fede gli ebrei rifiuteranno di mescolarsi ai non-ebrei, anche se ricondurranno il loro comportamento ad una precisa volontà divina. “Io sono il Signore, Iddio vostro, che vi ho separato dagli altri popoli” (Lv 20,24). Il principio religioso è che il popolo di Israele dovrà rimanere puro (Dt 7,3), perché il suo destino è speciale. Il Signore, infatti, “ha preparato due destini: uno per il popolo di Dio, il secondo per tutte le altre genti” (Est 10,10). Appare evidente che quest’alleanza è molto simile ad una promessa unilaterale, che viene fatta liberamente da Dio ad esclusivo beneficio del popolo ebraico e col consenso implicito di quest’ultimo. Gli ebrei sono certo che Dio attuerà la sua promessa, questo è il nocciolo della loro fede religiosa, ma non conoscono né i tempi né i modi. Questi li conosce solo Dio: gli ebrei possono solo immaginarli.

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