lunedì 12 luglio 2010

C) Il luogo della Promessa

Gli ebrei non concepiscono una sopravvivenza nell’aldilà e tanto meno l’esistenza di un’anima spirituale. L’eventualità di una resurrezione dei corpi e di una vita eterna in un aldilà è ipotizzata solo da qualche stravagante innovatore, ma non è accettata dalla maggioranza (Qo 2,15; 3,19; 9,2; Sir 10,11; 14,19). Ogni speranza in una vita oltre la morte è del tutto preclusa per gli autori dei libri di Giobbe e di Siracide. “L’uomo muore e tutto finisce: spirato che sia dov’è più?” (Gb 14,10). “Quando un uomo muore ed è sepolto, ha in sorte rettili, insetti e vermi” (Sir 10,11). L’unica forma di immortalità concepibile per un ebreo è la sua discendenza (Sir 30,4). Gli ebrei si aspettano, dunque, qualcosa che dev’essere fruibile in questa vita e su questa terra. Ma che cosa?

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