lunedì 12 luglio 2010

III.6.1. Gli ebrei (135-1000)

Le misure restrittive nei confronti degli ebrei introdotte da Adriano vengono parzialmente revocate da Antonino Pio (138), che riconosce la liceità della religione ebraica e dispensa gli ebrei dall’obbligo di prostrarsi o adorare divinità pagane e lo stesso imperatore e di prestare il servizio militare, affinché non accada che siano costretti a violare il riposo sabatico. Inizia così per gli ebrei un nuovo periodo di relativa tranquillità.
A metà del II sec., le principali comunità ebraiche sono residenti nella Galilea, dove dipendono dal patriarcato di Tiberiade, e in Mesopotamia, dove sono governati da «esiliarchi», o principi dell’esilio, che si proclamano discendenti di Davide. Molte altre comunità minori sono sparse pressoché in tutto l’impero romano. Anche gli ebrei beneficiano dell’editto di Caracalla (212) e diventano cittadini romani. Essi sono liberi di circoncidersi, di praticare il riposo sabatico, di frequentare la sinagoga, di celebrare le proprie feste religiose e di attenersi ai dettami della Bibbia, in quanto libro sacro.
Tutto ciò contribuisce a rafforzare il sentimento di identità nazionale e ad infondere fiducia in se stessi e nel proprio destino, ma non basta a garantire il regolare svolgimento di una vita sociale adeguata ai tempi. È da tale esigenza che, fra II e III secolo, prende origine la Mishnah (in ebraico «ripetere»), un vero e proprio codice civile e penale concepito nel rispetto dello spirito biblico e della tradizione, ma adattato ai tempi attuali. A partire dal III secolo, gli ebrei avvertono anche il bisogno di commentare la Bibbia, di interpretarla, di spiegarne il senso. Nasce così la redazione di un’altra importante opera, il Midrash (in ebraico «studio, ricerca»), la cui funzione è quella di rendere la Bibbia comprensibile e attuale anche nel tempo presente e di elevarla a sicura guida dei fedeli. Nonostante siano cittadini romani, gli ebrei continuano a creare comunità chiuse e i matrimoni misti continuano ad essere rari. Evidentemente, gli ebrei vogliono restare fedeli alla loro secolare cultura e continuano a mantenersi socialmente separati da ogni altro gruppo.
La situazione degli ebrei cambia dopo l’editto di Costantino (313) e la conseguente affermazione del cristianesimo a livello politico. I cristiani, infatti, considerano gli ebrei colpevoli di deicidio e li fanno oggetto di persecuzione, sia imponendo loro una serie di divieti (di abitare a Gerusalemme, di praticare la circoncisione, di costruire nuove sinagoghe, di deporre nei tribunali contro i cristiani), sia negando loro l’accesso a cariche onorifiche e il diritto di possedere schiavi cristiani, il che si traduce nell’impossibilità pratica di esercitare attività lavorative di tipo agricolo o artigianale. All’indomani del concilio di Nicea (325) viene costruita a Gerusalemme una basilica cristiana.
Il clima persecutorio non impedisce agli ebrei di portare avanti la riflessione sulla propria cultura e di compilare, fra il IV e il VI secolo, un’altra monumentale opera, il Talmud (in ebraico «insegnamento»), che riprende e completa quanto già scritto nella Mishnah. Secondo il rabbino Giuseppe Laras, il principale scopo del Talmud “è quello di mettere in evidenza, dotandola di un commento approfondito, la Tradizione orale, ricevuta da Mosè sul Sinai, e di conservarla per le generazioni future” (2006: 153).
Nel 638 la Palestina viene conquistata dagli arabi e diviene un paese musulmano e arabofono a minoranza ebrea e cristiana: nell’Occidente cristiano è meglio nota come «Terra Santa». Il periodo islamico è relativamente tranquillo per la Palestina. Infatti, benché Maometto (570?-632) abbia detestato gli ebrei, poiché rifiutavano di riconoscerlo come «il Profeta», i califfi si dimostrano molto tolleranti nei loro confronti. Nell’Europa cristiana, invece, gli ebrei continuano ad essere variamente avversati. Esclusi dalle funzioni amministrative e dalla proprietà del suolo, essi devono ripiegare verso le socialmente disprezzate, ma non per questo meno lucrose, attività commerciali e finanziarie, come il prestito ad interesse.

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